ESPERIENZA, TECNICA, PASSIONE

Dalla vendemmia alla bottiglia:
Prosecco DOC nasce così

— LE FASI DI PRODUZIONE

Settembre, un momento prezioso: è proprio tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, infatti, che le uve da cui nasce Prosecco DOC raggiungono la maturità necessaria ad ottenere vini di pregio, grazie all’adeguata presenza di zuccheri, della componente acidica e delle sostanze aromatiche tipiche del Prosecco DOC.

Dopo il rito della vendemmia, le uve giungono in breve tempo in cantina, al fine di evitare fermentazioni anomale e, quindi, salvaguardare le componenti organolettiche più delicate.

Da qui, inizia un viaggio affascinante: quello che, di trasformazione in trasformazione, produrrà un grande vino italiano apprezzato in tutto il mondo.

TRASFORMAZIONE DOPO TRASFORMAZIONE

Solo la terra migliore per un grande vino DOC

Una volta in cantina, successivamente alla separazione del raspo, le uve bianche vengono pressate delicatamente per separare il mosto dalle bucce. I. Il mosto, ovvero il succo d’uva, viene poi fatto riposare a basse temperature al fine di consentire la precipitazione di eventuali parti solide derivanti dalla polpa dell’acino.

Per la versione rosé, le uve Pinot nero vengono pigiate e, successivamente conservate in vasca per la macerazione, ovvero per il trasferimento delle sostanze coloranti (polifenoli) dalla buccia al mosto.

Una volta ottenuto il mosto limpido, lo si fa fermentare a cura di lieviti selezionati ad una temperatura di circa 18°C per 15/20 giorni. In questa fase, detta fermentazione, i lieviti convertono lo zucchero del mosto in alcol, ottenendo il vino.

Dopo la fermentazione, il vino viene filtrato al fine di eliminare i residui di lievito e rendere il prodotto limpido per l’imbottigliamento nella versione tranquillo oppure per mantenerlo stabile in attesa della seconda fermentazione, con il metodo Martinotti per le versioni frizzante, spumante e spumante rosé.

La seconda fermentazione che permette di ottenere il Prosecco DOC frizzante e spumante, ha una durata non inferiore ai 30 giorni, mentre per lo spumante rosé la durata di questa fase non è inferiore ai 60 giorni. Il processo, che avviene naturalmente ad opera dei lieviti come nella prima fermentazione ma, in questo caso,in grandi recipienti a tenuta di pressione detti autoclavi, consente al Prosecco DOC di acquisire le famose bollicine. Inoltre, grazie al controllo della temperatura, gli enologi riescono a gestire la fermentazione per poter mantenere nel prodotto finito un residuo zuccherino tale da conferire  armonia e piacevolezza al Prosecco DOC.

Quando il prodotto è pronto per essere imbottigliato, inizia la fase di certificazione, ovvero l’organismo di controllo Valoritalia verifica la parte documentale di ogni partita di vino e, successivamente, viene effettuata l’analisi chimica e sensoriale affinché siano assicurate le caratteristiche minime al consumo previste dal disciplinare di produzione. 

Solo una volta superate positivamente queste verifiche, il prodotto viene giudicato idoneo e diventa finalmente Prosecco DOC

Una volta ottenuta la certificazione, l’Organismo di controllo Valoritalia consegna all’azienda il certificato di idoneità e un numero di contrassegni di Stato pari alla massa di prodotto certificata.

Successivamente, l’azienda imbottiglia ed etichetta il prodotto secondo quanto previsto dalla normativa vigente e, dopo un breve periodo di affinamento in bottiglia, il Prosecco DOC è pronto per essere commercializzato e degustato

L’EVOLUZIONE DI UN VINO AMATO IN TUTTO IL MONDO

Come nasce Prosecco DOC Rosé

Il Prosecco DOC Rosé è l’evoluzione di un vino già famoso nel mondo. È prodotto solo nella tipologia spumante e nelle versioni più secche: dal Brut Nature all’Extra Dry.

Il processo di vinificazione segue gli stessi passaggi previsti per il Prosecco DOC: la differenza sta nel fatto che, nel caso del Prosecco DOC Rosé, si procede con la vinificazione in rosso del Pinot nero.

Una volta terminata questa fase, il vino Pinot nero viene assemblato per una percentuale compresa tra il 10 e il 15% con la Glera: si ottiene così un vino dal color rosa tenue da destinare alla spumantizzazione.

Da qui in poi, il processo per ottenere le famose bollicine è lo stesso del Prosecco DOC, con la differenza che il periodo di spumantizzazione non può essere inferiore ai 60 giorni. La spumantizzazione più lunga, infatti, dona al Prosecco DOC rosé maggiore stabilità e rotondità.